Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

Nato nella terra dei vespri e degli aranci,
tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare,
la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato,
di certo in quell’ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore
e non se un ideale ti porterà dolore.

(Dalla canzone I cento passi dei Modena City Ramblers)

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato nasce nella primavera del 2005 a partire da “esigenze emozionali”, per parafrasare un’espressione di Peppino, e dal bisogno di diffondere la verità e chiedere giustizia contro la violenza mafiosa.
Mamma Felicia è stata la prima donna entrata a far parte, dopo il matrimonio, di una famiglia mafiosa che, in seguito alla tragica perdita del figlio, ha deciso di ribellarsi ai dettami della cultura dell’omertà e all’imposizione del silenzio aprendo le porte della sua casa a quanti fossero interessati a disvelare parte degli aspetti più corrotti della nostra società e dell’apparato istituzionale, semplicemente ascoltando le sue semplici e decise parole e i suoi racconti.
Felicia è scomparsa il 7 dicembre del 2004 dopo un lungo ed estenuante percorso per ottenere giustizia per il figlio Peppino, lungo il quale ha sempre proseguito superando anche la stanchezza, la paura, la debolezza fisica, senza mai arrendersi di fronte agli innumerevoli ostacoli e alla sfacciataggine di chi, pur appartenendo al mondo istituzionale, ha più spesso tentato di cancellare la memoria di Peppino e di sporcarla, accusandolo di terrorismo o di aver commesso un suicidio eclatante.
Non è mancato l’isolamento da parte dello Stato, alleggerito solo dall’incontro con magistrati onesti che, per l’intransigenza manifestata nel proprio lavoro, hanno spesso perso la propria vita. La condanna di Gaetano Badalamenti, boss di Cinisi e bersaglio delle continue denunce e dell’impegno politico di Peppino, è arrivata solo nel 2002, 24 anni dopo l’assassinio. Il 7 dicembre del 2001, invece, la Commissione Parlamentare Antimafia ha consegnato a Felicia sulla porta di Casa Memoria la relazione approvata all’unanimità che riconosceva le responsabilità di magistrati ed alte cariche delle forze dell’ordine nel depistaggio delle indagini sul Caso Impastato.
Felicia ha, quindi, portato a termine il suo compito e ci ha lasciato, non prima di aver strappato la promessa che le porte della sua casa avrebbero continuato ad essere aperte.
Casa Memoria è oggi un “altare laico”, come lo definisce Umberto Santino, presidente del Centro Impastato, un luogo di memoria e di divulgazione della verità e della cultura, un avamposto della resistenza contro il potere e contro la mafia, la testimonianza concreta di un’esperienza di lotta senza remore, di un’intera vita spesa con coraggio e determinazione. Sono migliaia le persone che hanno varcato la soglia di quella porta ormai simbolica alla ricerca di nuove conoscenze, di informazioni non distorte e di un momento di riflessione ed ognuno di loro si è riappropriato di un piccolo pezzo di libertà.
Per come aveva voluto Mamma Felicia la casa di Peppino è aperta per chiunque
voglia visitarla.
Gli orari sono:
dal lunedì al venerdì ore 10,00 – 12,30 / ore 16,30 – 19,00
Sabato su prenotazione.
Indirizzo: Corso Umberto 220 – 90045 Cinisi (PA)
Tel 0918666233 – 3341689181