Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 — Decisione CE C (2015) del 24 novembre 2015 che approva il PSR 2014-2020 della Regione Siciliana
GAL GOLFO DI CASTELLAMMARE — CUP: G79G17000340009 — D.D.G. N° 6585/2016 DEL 28/10/2016 — Strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo*
"GOLFO DI CASTELLAMMARE" — *Approvato con D.D.G. n.2776 del 26/09/2017 — *Approvato con D.D.G. n.623 del 16/04/2019 — Sottomisura 19.2 - "Sostegno all'esecuzione degli interventi nell'ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo" € 3.983.173,17 — Sottomisura 19.4 - "Sostegno per i costi di gestione e animazione" € 876.198,10
Alle falde del monte Bonifato, all’interno del tessuto urbano di Alcamo (TP), tra piazza Castello e piazza della Repubblica, è ubicato il castello dei Conti di Modica fatto erigere, secondo una leggenda, nell’827 d.C. dal capitano saraceno Adelkam. In realtà il maniero venne costruito nel 1350 dai fratelli Enrico I e Federico III Chiaromonte, che lo avevano conquistato ai Peralta, signori di Alcamo. Nonostante sia stato più volte rimaneggiato, esso rimane la più significativa testimonianza del periodo aureo vissuto da Alcamo sotto la dinastia dei Modica.
La possente struttura ha forma rettangolare con quattro torri ai vertici, due delle quali rettangolari e le altre due cilindriche, tutte con copertura a botte. Per tutto il ‘300 le torri a pianta quadrata erano state le più frequentemente utilizzate, ma verso la fine del secolo si tornò invece, ad apprezzare il vantaggio di quelle cilindriche, ossia la maggiore resistenza al lancio di proiettili. Nella torre quadrata più alta venivano rinchiusi e torturati i prigionieri; la seconda torre circolare mostra ancora oggi uno stemma con un’aquila incoronata e la testa di Federico II o di un Peralta; la terza, quadrata, ospitava i locali per le sentinelle; la quarta gli alloggi per i sovrani che si trovavano di passaggio: re Martino con la regina Maria nel 1392 dopo la sconfitta dei Chiaromonte, l’infante Eleonora d’Aragona e l’imperatore Carlo V con la sua corte al ritorno dall’impresa di Tunisi del 1535, solo per citarne alcuni. Alla custodia del castello erano addetti il castellano e altri dodici compagni vincolati da un solenne giuramento.
L’edificio si sviluppa intorno ad un cortile di forma rettangolare, mentre ai lati nord, est e sud del perimetro sono addossati corpi con numerosi ambienti disposti su due livelli ed una cappella. Il castello aveva tre porte: la prima, detta segreta, a mezzogiorno, dalla quale si accedeva al fossato, la seconda ad arco acuto sul fronte ovest con un portone ligneo in buono stato di conservazione.
Essa fu allargata per permettere il passaggio dei carri. La terza porta dava sul piazzale a settentrione e conduceva alla scala principale che dopo il 1626 fu pavimentata in marmo rosso di Alcamo (anno di inaugurazione della cava).
Il prospetto occidentale che un tempo dava sulla cittadella è ornato di eleganti bifore incorniciate da ghiere intagliate. La costruzione della cittadella fu avviata intorno al 1379-80 da Guarniero Ventimiglia, con concessione di Federico IV, sul lato ovest del castello. Il centro era guarnito da due torri angolari rettangolari verso ovest, una delle quali, la torretta della Trinità si può ammirare in una stampa risalente al 1770 nella quale si distinguono i contorni delle mura che circondavano Alcamo.